Un relitto arrugginito, ormai punto di riferimento della zona, è una meta interessante per chi pratica la pesca subacquea ma è anche un soggetto ideale per chi ama fotografare i relitti.
Il 30 dicembre 1967 la nave lasciò Calcide (una città della Grecia centrale) con un carico di 440 tonnellate di cemento per dirigersi verso l'Africa del Nord. A causa di condizioni meteo avverse, la nave dovette attraccare nella baia di Diakofti, a Cerigo. Il 6 gennaio 1968 la nave partì per la sua destinazione, ma ancora una volta incontrò maltempo e fu costretta a cambiare rotta dirigendosi verso la costa nord-occidentale di Creta. Mentre la tempesta continuava a imperversare, la nave fu costretta ad attraccare con entrambe le ancore sul lato meridionale di Imeri Gramvousa, a 200 metri dalla costa.
Alle 13.15 dell'8 gennaio 1968, col peggiorare delle condizioni meteo, la catena dell'ancora destra venne tagliata. Il capitano cercò di tenere dritta la nave con l'aiuto del motore, ma non ci riuscì e la nave s’incagliò sul lato sinistro, mentre la sala macchine si allagava. Poi il capitano ordinò al suo equipaggio di abbandonare la nave e tutti sbarcarono sani e salvi a Imeri Gramvousa, dove rimasero fino al 10 gennaio a causa del continuo maltempo. Alla fine, il cacciatorpediniere della Marina greca, lo "Ierax", accolse a bordo i membri dell'equipaggio e li trasferì sani e salvi a Suda.
Fino a oggi il relitto della "DIMITRIOS P" è rimasto lì diventando ormai parte integrante di Gramvousa, insieme ad altri relitti che da secoli giacciono sul fondo del mare.